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Gioielli
I gioielli suscitano, da sempre, il desiderio nell’uomo di averne il possesso, tant’è che re e regnanti, in tutto il mondo ed in tutte le epoche, si sono dedicati a collezionare gioielli, nell’intento di arricchire il proprio regno.
Miti e leggende del mare narrano di pirati che, attraverso imprese più o meno titaniche, dedicano la loro vita alla ricerca e alla conquista di preziosi e inenarrabili gioielli, di oro, argento, perle e pietre preziose, bramando ricchezze e animati dal desiderio di possesso, senza alcuna paura.
Centinaia di navi, dal 1500, solcano gli oceani carichi di gioielli, diamanti, monete d’oro, affrontando viaggi rischiosi e ricchi di insidie, spesso sprofondando negli abissi marini; di qui fantastiche avventure, reali o presunte, alla ricerca di ricchezze sommerse, sigillate nei forzieri di velieri e galeoni sommersi.
Spesso si tratta di storie, che offrono spunti per brillanti pellicole cinematografiche di grande successo, come ad esempio Indiana Jones, una serie di avventure, ricche di suspence e coinvolgimento, che accendono i riflettori sulla ricerca di un tesoro, di immenso valore, affrontando ogni sorta di peripezia e pericolo.
Medesimi intrighi e misteri si celano dietro le mura del Cremlino, alla ricerca dei gioielli e dei tesori risalenti all’era di Ivan il Terribile e Caterina La Grande; gioielli e oggetti preziosi, che vanno dai diamanti ad ori ed argenti, sepolti per proteggerli da eventuali attacchi da parte degli invasori.
Famoso come i componenti della famiglia Savoia, è anche il preziosissimo tesoro di famiglia, il cui valore supera i sei milioni di euro, soltanto per quanto riguarda le pietre preziose; si tratta di gioielli donati da grandi ecclesiastici, ricchi borghesi, fedeli ignoti e pastori delle valli alpine, che narrano la storia di un popolo, attraverso carestie, pestilenze, guerre, sconfitte, vittorie, battesimi, incoronazioni e matrimoni di stato.
I gioielli Savoia, che raccontano a modo loro una storia d’Italia, custoditi presso la Banca d’Italia, narrano di una collana di 684 perle, di un diadema della Regina Margherita in cui sono incastonati ben 541 diamanti e di una doppia corona, risalente al 1920, epoca in cui si esce dalla guerra, ma nonostante i tempi duri la dinastia non rinuncia a concedersi gioielli preziosissimi e di grande valore.
Un immenso tesoro conteso tra Stato italiano e famiglia Savoia, gioielli che raccontano epoche di lustro e splendore, di benessere ed agiatezza, nonostante le guerra, e che furono persino murati e nascosti per esser sottrattivi saccheggi degli invasori.
Tra i personaggi di sangue blu, vittime di un amore esasperato per i gioielli, come dimenticare la Regina di Francia Maria Antonietta, figlia di Maria Teresa d’Austria, che divenne il principale bersaglio di un odio sempre più profondo da parte del suo popolo, a causa del suo irrefrenabile desiderio di possedere i gioielli più preziosi e scintillanti; passione, o meglio dannazione questa, che la portò a poco a poco ad essere considerata una pessima regina, dotata di ogni sorta di vizio e, proprio questa sua passione per i gioielli fu la causa della vicenda, passata alla storia, come la vicenda della collana.
Altrettanto famosi e preziosi sono i gioielli appartenenti alla dinastia dei Romanov,i cosiddetti gioielli “insanguinati”; la motivazione di una tal definizione è il fatto che, i gioielli furono acquistati con il denaro derivato dallo sfruttamento delle masse, dal sangue dei poveri e dei lavoratori, dei servi, durante secoli di soprusi e tassazioni inique.
Ciò a testimonianza del fatto che è talmente forte il desiderio nell’uomo di possedere ciò che è prezioso, che lo si insegue a discapito di valori e vite umane, tant’è che principe, casate e nobili preferiscono, nel corso della storia, sfoggiare gioielli preziosi tempestate di gemme a testimonianza di valore e potere, elevandosi al di sopra della massa, pur sacrificando l’esistenza di altri esseri umani.
Molti musei e alcune collezioni private, di grande prestigio, ci consentono di ammirare, con la dovuta attenzione, esemplari di gioielli preziosi, che paiono provenire dalla notte dei tempi, ma che con la loro strabiliante bellezza, danno la prova concreta e migliore della durata eterna del loro immenso valore, tra questi vi è il museo di Topkapì, in Turchia.
Al suo interno è possibile vedere gioielli, appartenenti alle collezioni di ricchissimi sultani, tra cui spiccano preziosissimi orologi, armature, armi, tutte ricoperte di pietre preziose.
L’attrazione che vi lascerà a bocca aperta è di sicuro però, la collezione di diamanti, oggetti preziosi e gioielli vari appartenuti ai sultani e alle loro mogli, che comprendono rubini, smeraldi, pietre preziose di ogni genere e dalle dimensioni spesso esagerate, ma per questo incredibili; sempre ad Istanbul, presso il Museo del Serraglio è da segnalare, uno smeraldo di circa 1400 carati, che impreziosisce l’abito del Gran Sultano; oltre a ciò, diademi, corone in oro e in avorio, spesso tempestate di giganteschi smeraldi, diamanti e perle, un patrimonio accumulato dai sultani turchi, nel corso dei secoli, e di cui è impensabile fare una stima sull’effettivo valore, perché inimmaginabile.
Il collezionismo di gioielli è legato, non soltanto alla qualità intrinseca della pietra preziosa in sé, ma anche ad una valenza simbolica, infatti dal suo possesso discende un senso di distinzione e di forte gratificazione; il collezionista è pervaso da un incredibile coinvolgimento, accompagnato da una forte componente emotiva e sociale, poiché i gioielli rappresentano un sogno e materializzano emozioni.
Il collezionismo di gioielli, infatti, non si occupa esclusivamente di preziosi per via del valore economico, in realtà vi è una forte componente che suscita desiderio di possesso, suggestione, sogno. insomma un insieme di valori intangibili e percezioni sensoriali, che si materializzano in splendidi gioielli.
Il collezionismo di gioielli soddisfa due tipi di bisogni, quello funzionale, cioè che riguarda la funzione del prezioso, ossia quello di indossarlo, ma anche il bisogno socio psicologico, connesso cioè al significato che il bene assume sul piano dell’auto gratificazione del possesso e della considerazione sociale.
Attraverso il possesso di un gioiello o di una pietra preziosa si è in grado di testimoniare il proprio stile di vita, l’originalità del proprio essere, il desiderio di ricerca di pezzi unici e rari, dall’elevato valore, non solo sociale, ma anche economico, tant’è che un diamante rappresenta un investimento solido non solo nelle relazioni sociali, ma anche nelle quotazioni di mercato.
La bellezza dei gioielli preziose si manifesta agli occhi degli appassionati e non, in diversi modi, suscitando stupore ed ammirazione per la chiara trasparenza delle pietre preziose, l’assenza di colore e lo splendore di brillanti e diamanti, il rosso intenso dei rubini, il verde che incanta degli smeraldi e l’azzurro splendente degli zaffiri; ecco perché è impossibile non rimanere affascinati e incantati dinanzi a tali meraviglie, spesso oggetto di perizia e lavoro di precisione di abilissimi artigiani, che danno vita a vere opere d’arte.
In principio gioielli sono considerati sassi, conchiglie, coralli, dalle forme strane ed insolite, utilizzati per creare piccole splendide opere d’arte, il che dimostra che sin dall’antichità, l’uomo ha avvertito il bisogno di creare qualcosa in grado di trasmettere un significato a chi lo osservava, un segno della sua creatività e del suo desiderio di possesso; tant’è che i numerosi ritrovamenti effettuati durante gli scavi nelle tombe dell’antico Egitto, testimoniano l’esistenza di una già una minima sensibilità estetica, che con il passar del tempo si è evoluta, affinando la tecniche ed il gusto per i gioielli odierni.
Collezionismo di gioielli come sinonimo di desiderio, brama di possesso di un gioiello che lascia traccia di sé nella vita della persona, che dà vita ad un meccanismo di identificazione tra il desiderio di possesso e l’appropriazione di qualcosa di prezioso, unico, che è connotazione di uno stile, di un carattere unici e particolari, che fa sentire chi lo possiede speciale ed originale, un gioiello insomma, in grado di realizzare i desideri più reconditi dell’uomo, da quello di possesso, a quello di bellezza, a quello di ostentazione di un gioiello raro e prezioso.
Gioielli e corone
Gioielli e regine, gioielli ed sovrani, d’ogni tempo e luogo, rappresentano un binomio inscindibile poiché rappresentano un complemento indispensabile nell’apparato esteriore del potere e dell’intero corredo vestiario di un sovrano.
Che si tratti di diamanti, di perle, di rubini o smeraldi, da secoli i gioielli rappresentano una vera fortuna per le famiglie reali europee, poiché in caso di esilio fungono da riserva per riuscire a sopravvivere o addirittura, vivere di rendita, mentre in caso di salita al trono i sovrani si ricoprono di gioielli per ostentare ricchezza e potere.
Molte volte i gioielli rappresentano una fonte di inesauribile fortuna, basti pensare ad Isabella la Cattolica, che verso la fine del XV secolo vende le sue collane di rubini per finanziare la spedizione di Cristoforo Colombo, o ancora Maria de Medici, che scappando dal castello di Blois, calandosi da una finestra con una scala di corda, porta via con sé tutti i gioielli più preziosi, utilizzati tempo dopo per finanziare i suoi complotti contro il cardinale Richelieu.
Il collezionismo di gioielli permette all’appassionato di godere del valore culturale che i preziosi hanno, poiché offrono una testimonianza di arte e raffinatezza, accanto ad un valore economico che li annovera tra le opere d’arte più costose al mondo, vere e proprie opere da indossare.
Per quanto riguarda il valore economico i gioielli antichi rappresentano senz’altro un importante investimento, come ad esempio gioielli del rinascimento, come pendenti che raffigurano scene degli antichi dei dell’Olimpo, che sfiorano cifre intorno ai 50 mila euro.
Ovviamente anche i gioielli moderni, soprattutto quelli in stile art decò, realizzati in platino e tempestati di diamanti, raggiungono altissime quotazioni, in particolare se si tratta di gioielli firmati da grandi marchi e quindi sempre più difficile da reperire.
Il mercato dei gioielli contemporanei, cioè degli anni cinquanta e sessanta, si attesta intorno a cifre abbastanza possibili, come ad esempio monili in oro giallo e pietre che si attestano intorno ai 10 mila euro, amatissimi dai collezionisti di gioielli moderni perché creati a mano e senza uso di colle.
I gioielli attraverso la storia
Il Medioevo
La produzione di gioielli nel periodo medievale vive un’evoluzione, passando da un produzione ricca di decorazioni e cromatismi, ad una dallo stile gotico, quindi che privilegia forma appuntite ed uno stile molto semplice, essenziale.
I gioielli appartenenti al primo periodo medievale si caratterizzano per la ricchezza delle decorazioni, l’uso di gemme preziose, filigrana e minuscoli grani d’oro incisi sulla superficie, a seguire i monili si trasformano in oggetti la cui forma richiama quella degli edifici religiosi del tempo, cioè a punta.
Ecco quindi, che attraverso il collezionismo di gioielli, in questo caso appartenenti al periodo medievale, si è in grado di rivivere ed assaporare la storia e la tradizione del tempo che fu, osservare la semplicità delle forme che, da segnalare come particolarità, non cambia a seconda degli uomini e delle donne, perché non vi è diversità tra i gioielli indossati dagli uni e dalle altre.
La produzione ed il collezionismo di gioielli in tal periodo è definita l’arte dei re, poiché si dà molta importanza alla simbologia che sono in grado di evocare, spesso a discapito del valore economico.
Tra i gioielli maggiormente ricercati dai collezionisti vi sono le spille poiché rappresentano il gioiello più diffuso di quel tempo, costituita per lo più da un anello con ago centrale, utilizzata per bloccare i mantelli indossati all’epoca.
Gioielli tipici da collezione sono rappresentati dai diademi, in genere posseduti da ragazze appartenenti alle famiglie nobili, infatti in questo caso il gioiello è emblema di ricchezza e simbolo di appartenenza ad una famiglia nobile.
Molto ricercati sono anche i gioielli religiosi del periodo medievale, soprattutto reliquari a forma di pendenti, medaglioni realizzati in cera, che all’epoca è materiale molto costoso, sul quale viene inciso il nome del Papa, insomma un archetipo dell’odierno rosario, a testimoniare che il gioiello racchiude anche un profondo significato religioso.
I gioielli medievali però non posseggono
soltanto poteri religiosi, cioè di cancellare i peccati o proteggere dai
pericoli, possiedono anche poteri, per così dire magici, cioè proprietà
terapeutiche re spirituali, ed inoltre un significato sociale, ovvero indicavano
l’appartenenza ad una determinata classe sociale, tant’è che nel 1363 un decreto
di Edoardo III d’Inghilterra vieta addirittura, ai ceti più umili di indossare
ogni tipo di gioiello d’oro o d’argento.
Il Rinascimento
Il rinascimento, epoca di grande lustro e splendore, sia a livello culturale, che sociale, sia economico, vede una notevole diffusione dell’uso dei gioielli, basti pensare che grazie alla scoperta dell’America aumenta considerevolmente la possibilità di possedere gioielli con incastonati splendidi smeraldi e nello stesso periodo, Vasco de Gama, con il suo approdo in terre indiane diventa in breve tempo il maggio fornitore di diamanti.
La creazione di gioielli nel periodo rinascimentale è paragonabile alla pittura o alla scultura, poiché è un’arte che non si distingue dalle altre poiché era consuetudine per artisti famosi, del calibro di Donatello o Botticelli dedicarsi anche alla creazione di splendidi gioielli, simili a vere opere d'arte.
Nasce in questo periodo storico la figura dell’artista disegnatore di gioielli, molto apprezzati dai collezionisti per la maestria delle forme e delle incisioni; si tratta per lo più di pendenti, indossati con una catena o fissati ai corsetti delle donne o alle maniche degli abiti, spesso arricchiti da preziose gemme incastonate o sui quali sono scolpite immagini in miniatura con le iniziale del possessore.
E’ dal periodo rinascimentale che si trae oggi il desiderio di possedere e collezionare gioielli formati da perle, poiché si tramanda l’idea che aiuti a migliorare la carnagione della donna che la indossa, infatti si tratta di gioielli all’epoca ricercati soprattutto dall’aristocrazia, e che oggi fanno parte delle collezioni di gioielli di donne appartenenti ad un determinato stile.
In questo caso il gioiello tramanda una cultura e d una tradizione, che non si è persa nel tempo, anzi è andata rafforzandosi, tant’è che oggi le perle sono tra i gioielli di maggior valore ricercati dai collezionisti di tutto il mondo, basti pensare che è stata battuta all’asta una perla…. CERCARE
Attraverso il collezionismo di gioielli rinascimentali si è in grado di rivivere la storia del tempo poiché su molti dei monili realizzati a quel tempo è possibile rivivere scene mitologiche, osservare le figure di soggetti classici e rivivere sentimenti attraverso la simbologia che il gioiello esprime, oggi conosciuta ed apprezzata dai più colti collezionisti.
Il Seicento ed il Settecento
Nel seicento la perla, intesa come gioiello, continua ad avere un ruolo rilevante all’interno della creazione e del collezionismo di gioielli, infatti il termine barocco, stile dell’arte del seicento, significa appunto perla irregolare.
Irregolare, sfarzoso, eccentrico, esageratamente ricco è infatti, lo stile delle produzione di gioielli appartenenti a tale periodo storico, che hanno lo scopo di identificare il ceto sociale del proprietario, ma allo stesso tempo il pubblico, che acquista gioielli si espande; la borghesia è così costretta ad acquistare monili realizzati con materiali nuovi, resi simili alle pietre preziose grazie ai progressi scientifici del tempo.
La struttura orafa di questo periodo richiama molto quella attuale poiché vi sono gli apprendisti, gli orafi qualificati, i maestri artigiani, ed i vari laboratori dediti alla produzione di gioielli.
La perla rappresenta il gioiello
per eccellenza del periodo, infatti anche Elisabetta I fornisce un’immagine
emblematica, attraverso un dipinto, conservato oggi preso la National Gallery di
Londra, in cui è raffigurata indossando una collana di perle
pagata all’epoca 3000 sterline.
Ricercati dai collezionisti di gioielli sono inoltre, i sigilli appartenenti al seicento settecento, sospesi alla catena dell’orologio che tramandano simboli e stemmi delle famiglie nobiliari del tempo, suscitando nell’appassionato il desiderio di ricostruirne la storia ed il significato.
Verso la fine del settecento, il gioiello diviene anche il mezzo per esprimere le proprie ideologie politiche poiché, spesso su di essi compare l’immagine della ghigliottina, quindi è la rivoluzione francese a dettare mode e suggerimenti, nonché un intero repertorio iconografico alla produzione di gioielli, gioielli ricchi di storia, testimonianze dei grandi cambiamenti della storia dell’uomo.
Molto apprezzate dai collezionisti odierni sono le spille appartenenti a tale periodo storico, raffiguranti fiori di ogni tipo, anche esotici ma in particolar modo i fiocchi, spesso arricchiti da nastri; oltre a questo tipo di gioielli, del seicento sono ricercati ed apprezzati dai collezionisti, i gioielli memento mori, ovvero quelli per ricordare una persona defunta, poiché vi è impresso lo stemma, le iniziali e la data di morte della persona, a forma molto spesso di ciondolo. Si tratta di gioielli che suscitano molto interesse nella ricerca e nella ricostruzione della vita della persona, per la quale è stato realizzato quel particolare gioiello, magri riuscendo a scoprire che si tratta di personaggi in vista dell’epoca.
A cavallo tra seicento e settecento, si sviluppa fortemente anche il mercato della bigiotteria perché vi è un all’allargamento di acquirenti di gioielli, e si utilizzano sempre più diffusamente il vetro e l’acciaio, soprattutto nell’intento di creare gioielli molto più originali, perché adoperati in maniera sfaccettata, aumentano lo scintillio del gioiello.
L’Ottocento
L’ottocento è caratterizzato dalla proliferazione di nuovi stili, nuovi motivi e progressi tecnici nella creazione di gioielli.
A differenza dei secoli precedenti, l’ottocento è interessantissimo per gli appassionati di gioielli e delle loro collezioni, perché si tratta di un’epoca in cui non domina un unico stile, bensì vi è la compresenza di stili di varia natura e provenienza.
Le scoperte scientifiche, della prima metà del secolo, danno vita alla cosiddetta moda archeologica, che condiziona enormemente la produzione di gioielli, infatti solo pochissimi possono vantare il possesso di reali reperti archeologici; bisogna sapere infatti, che all’epoca non esiste ancora il concetto di reperto archeologico come bene pubblico, quindi una donna o un uomo ricco e di un certo peso sociale, può decidere di acquisire un vero reperto ed indossarlo senza alcun problema.
Lo stile archeologico dei gioielli si diffonde rapidamente ovunque, tant’è che, viene introdotto a Londra da un gioielliere napoletano, e persino Tiffany, a New York produce repliche di gioielli ciprioti, oggi oggetti di inestimabile valore, anche perché portatori di un noto marchio nel campo dei gioielli.
Nell’ottocento, grazie alla nascente classe borghese, desiderosa di acquistare e collezionare gioielli, si fa strada un nuovo tipo di commercio del gioiello, legato alla moda e a prezzo più convenienti, poiché molti gioiellieri escono dall’anonimato, cercando di indagare i gusti della clientela e proponendo loro ciò che desiderano, inizia il famoso fenomeno della “marca”; si tratta di un strategia, che permette di individuare immediatamente, da parte del grande pubblico, il gioiello ed è indispensabile per i gioiellieri per distinguersi e d emergere sul grande mercato.
Nel 1810 a Roma, il gioielliere Fortunato Pio Castellani fonda un laboratorio di oreficeria, all’interno del quale vengono esposte e vendute anche opere d’arte, e ciò testimonia che la creazione ed il collezionismo di gioielli è una vera forma d’arte.
Tecnica molto utilizzata in questo periodo è quella dei micro mosaici, che prevede l’utilizzo di piccole tessere in vetro molto resistente, dai colori delicati, poste l’un a accanto all’altro senza spazi vuoti, per comporre un disegno o un’immagine; si tratta di gioielli di immenso valore per il collezionisti di gioielli, tant’ è che nelle vendite all’asta raggiungono notevoli quotazioni, ad esempio nel 1999 un paio di orecchini ed un anello, decorati entrambi a micro mosaico, raffiguranti piccoli insetti, hanno raggiunto quota 15 milioni di lire.
Appartengono a questo periodo anche i cosiddetti gioielli souvenir, cioè richiesti dai visitatori nelle più importanti mete turistiche; ad esempio in Italia, ad Ercolano e Pompei, vengono realizzati gioielli con stile micro- mosaico, oppure con l’utilizzo di pietre dure, conchiglie.
Diffusissimi sono anche i gioielli realizzati in pietra lavica, in ricordo del Vesuvio, richiesti dai visitatori e non solo; si tratta di cammei dai colori molto scuri, per via delle pietre utilizzate ovviamente, che raffigurano in rilievo soggetti classici, come puttini o ritratti di dame, che sono oggi molto difficili da rintracciare sul mercato del collezionismo e che per questo sono considerati molto rari.
I gioielli di metà ottocento sono testimonianza anche dei numerosi progressi scientifici e tecnologici compiuti dall’uomo, ci permettono di ripercorrere la storia, infatti nel 1859 viene brevettata la prima macchina per la produzione di gioielli a catena, macchine a vapore in grado di produrre la forma base dei gioielli e chiusure di sicurezza per ogni tipo di fermaglio.
I gioielli testimoniano anche gli argomenti frutto di ricerche da parte dell’uomo, infatti i motivi maggiormente diffusi nella creazione di gioielli di tal periodo, sono i fiori, le spighe di grano, le viti rampicanti, ma anche le farfalle, ciascuno con un proprio significato simbolico appartenente alla tradizione ed alla cultura del tempo.
Il Novecento
La prima metà del ventesimo secolo si caratterizza per una vasta e diversissima produzione di gioielli, poiché le corti europee e l’alta aristocrazia continua ad utilizzare gioielli preziosissimi arricchiti da diamanti e perle, allo tempo si diffonde lo stile liberty, che ha i sui maggiori estimatori ed acquirenti nella nuova classe borghese e si tratta di gioielli dalle linee strizzate, per così dire, e geometriche, molto minimalisti, a seguire vi è l’art nouveau, con gioielli dalle linee delicate, quindi molto eleganti e raffinati, per questo anche molto preziosi per i collezionisti.
A metà tra la prima e la seconda guerra mondiale emerge lo stile dell’art decò, nome che trae origine dall’esposizione internazionale delle arti decorative ed industriale avvenuta nel 1925 a Parigi, i cui gioielli sono caratterizzati da linee stilizzate e geometriche, arricchite dalle varie influenze precedenti.
Il novecento è il secolo in cui si affermano i più grandi e famosi gioielli da collezione, perché rappresentano garanzia di qualità dei materiali utilizzati e originalità assoluta nella produzione.
Diffusissime sono le tiare, indossate sia come spille che come collane, una moda, per così dire lanciata, dalla regina Alessandra, in Inghilterra, che ne utilizzava per coprire una cicatrice sul collo, di lì il fenomeno della diffusione dei girocolli in tutto il paese.
Nel novecento il gioiello si fa portavoce di linguaggi in modo più esplicito rispetto al passato, infatti Cartier ad esempio, realizza spille raffiguranti un uccellino in gabbia, a simboleggiare l’oppressione nazista; uccellino che a fine conflitto, nel 1944, viene invece rappresentato mentre canta all’interno di una gabbia aperta.
Un gioiello quindi che non è
semplice manifestazione di maestria dell’arte orafa, ma che racchiude un
profondo messaggio e la testimonianza di un pezzo di storia che ha segnato le
sorti dell’umanità; ecco perché possedere un gioiello significa possedere un
pezzettino di storia ed ecco perché collezionare, conservare ed ammirare
permette di rivivere momenti importanti e non dimenticare quello che è stato il
percorso dell’uomo.
Negli anni quaranta, soprattutto negli Stai Uniti, centro dello star system
cinematografico, si diffonde la riproduzione di gioielli famosi e di
inestimabile valore, richiesti dalle attrici delle commedie e dei film più
famosi; questo testimonia che il gioiello rappresenta ed incarna l’appartenenza
ad uno stile, ad una classe sociale e che per poter interpretare realisticamente
un personaggio di un certo livello, occorre indossare un determinato gioiello,
seppur tristemente falso.
Si tratta di gioielli, spille, diademi, bracciali, realizzati in maniera assolutamente sfavillante e che sono richiestissimi dal mercato del collezionismo perché indossati da grandi attrici e quindi che racchiudono anche un pezzo di storia del cinema internazionale.
I gioielli nel corso della storia
Nel corso dei vari secoli, il gioiello, nel suo significato, nella forma e nel valore, si è intrecciato con la storia della società e del costume del proprio tempo, dando vita ad evoluzioni nelle tipologie, nelle simbologie e nel valore.
I gioielli ricoprono, come abbiamo visto, a seconda delle epoche ruoli differenti, ad esempio possono essere simboli di magia, oppure esibizione di potere o di ricchezza, appartenenza ad una determinata classe sociale, rappresentare un legame con l’aldilà, oppure in epoche più moderne oggetto di sperimentazioni artistiche.
I gioielli in ogni epoca storia aiutano l’uomo a ricostruire la sua storia perché rappresentano una traccia fondamentale di un percorso, che ci mette a conoscenza degli usi e costumi di un tempo, degli interessi estetici dei diversi popoli e ci testimoniano, quanto fosse impellente, già in epoca primitiva ad esempio, il desiderio di possedere un gioiello, tant’è che sono state rinvenute collane formate da denti di animali feroci, un pericolo affrontato in nome del possesso di quell’oggetto tanto desiderato.
Le pietre preziose sono simbolo del desiderio di possedere qualcosa di raro ed unico, per questo spasmodicamente desiderate dai collezionisti e dagli appassionati di tutto il mondo.
Il diamante
Tra le pietre preziose più ambite dai collezionisti e famose in tutto il mondo vi è, senza dubbio, il diamante; questo minerale prezioso non è altro che carbonio puro, che raggiunge il massimo grado di durezza di una pietra, cioè il livello 10 e che, grazie alla alte temperature e pressioni della profondità terrestre, cristallizza.
Il nome deriva dal greco adamas, cioè indomabile, per via della sua ineguagliabile durezza; i diamanti sono annoverati dagli antichi greci come le lacrime degli dei, mentre dai romani come frammenti di stelle, comunque sia si tratta senz’altro del gioiello più prezioso perché molto raro e la cui combinazione di taglio, colore, purezza e peso lo rende ancor più una gemma preziosa.
Tra le curiosità è da segnalare il diamante più grande del mondo…cercare
Le perle
Le perle sono composte per il 90% circa di carbonato di calcio, per il 5% di sostanza organica e per un altro 5% di acqua, con un indice di durezza che oscilla tra il livello 3 e 4.
Madre della perla è l’ostrica perlifera, che in presenza di un corpo estraneo, cioè un nucleo, che immesso dall’uomo o più semplicemente presente per natura stessa secerne carbonato di calcio e sostanza organica al fine di espellere il nucleo stesso.
In realtà però il processo chimico di espulsione naturale non avviene perché tutte le sostanze, unitamente all’acqua, vanno a posizionarsi, cioè cristallizzarsi intorno al nucleo, dando cita così ad una delle gemme più uniche e preziose al mondo, cioè la perla.
Il nome perla deriva dal latino spherula, cioè piccola sfera o perula, piccola pera o dal nome del mollusco perna; la perla presenta varie forme, dalle più strane alle più perfette, può essere sferica, a goccia o a forma di bottone e l’immissione, naturale o artificiale del nucleo, determina la distinzione tra per la naturale o coltivata.
Tra le più preziose vi sono le perle di Thaiti, note anche come perle nere o grigie, coltivate quasi esclusivamente in Polinesia; questo tipo di perle, ottenute da un mollusco denominato Pinctada Margaritifera, che raggiungono un diametro che varia dai 9 ai 19 millimetri, presentano un colore che varia dal grigio al nero, con un’intera gamma di sfumature, come il grigio chiaro, il rosato, il marrone chiaro, il blu notte, il verde pavone ed un insolito grigio giallo.
Oltre a queste vi sono poi le perle australiane, la cui coltivazione ha avuto inizio nel 1956, ed il cui diametro va dai 10 ai 17 millimetri in genere, con particolarità che possono raggiungere però i 21 millimetri; queste perle presentano una magnifica varietà di colori, cha spazia dal bianco al rosa, dall’argento al color crema, dal giallo al dorato.
Altra categoria di perle è quella delle perle giapponesi, coltivate dal 1983, le cui dimensioni oscillano tra i 3 ed i 9 millimetri di diametro.
Infine vi sono le perle conch, particolare tipologia di perle naturali, prodotte da un mollusco che può raggiungere dimensioni fra i 20 ed i 30 centimetri con un peso tra i 2 ed i 3 chilogrammi, tipico delle acque dei Caraibi; il colore varia dal bianco alle varie tonalità di rosa,e di particolare pregio sono quelle di color rosa salmone o addirittura rosse, poiché si tratta di perle che non si è ancora in grado di ottenere per coltura.
I rubini
Tra le pietre preziose di maggior valore e pregio vi è il rubino, ovvero ossido di alluminio, che raggiunge sulla scala di durezza il grado nove.
Il nome, dal latino rubens, vuol dire rosso, supera in genere i 5 carati di peso e raggiunge quotazioni molto elevate perché si tratta di una tra le gemme più rare; i rubini maggiormente ricercati sono quelli provenienti dalla ex Birmania perché di ottima qualità, definiti di un “rosso sangue di piccione”, in grado di suscitare in chi li ammira grande fascino, ma preziosissimi sono anche quelli incastonati in molte armi e spesso, sui troni di antichi principi indiani.
Tra le curiosità segnaliamo il rubino più grande del mondo, ritrovato in Birmania, dal peso di ben 400 carati; a circa 300 chilometri da Bankok, in Thailandia, è importante invece sapere, che si estrae ben il 70% dell’intero quantitativo mondiale di rubini