AUTO
Parlare della storia dell'automobile non è semplice, per lo spazio che
richiederebbe e per l'imprecisione di alcuni dati storici. Ad ogni modo, è
importante e curioso conoscere le tappe che hanno portato un mezzo di trasporto
ad essere non solo il principale veicolo per gli spostamenti, ma anche un vero e
proprio status symbol.
Di certo si sa che il primo veicolo semovente della storia è nato nel 1796,
realizzato da Joseph Nicolas Cugnot, che come primo problema da risolvere ebbe
quello dei freni. Il primo motore a scoppio venne realizzato nel 1841 da De
Cristofaris. Fu poi Benz ad applicarlo su un veicolo a tre ruote nel 1886. In
Italia fu Giovanni Agnelli, nel 1899, ad aprire la prima vera fabbrica italiana
di automobili: la Fiat.
Da allora, l'automobile divenne dapprima mezzo di trasporto per ricchi e
facoltosi, a mezzo di massa negli anni 50 del secolo scorso. Oggi, l'automobile
è presente in praticamente tutte le famiglie degli abitanti dei paesi
industrializzati e non solo.
Parlare della storia dell'automobile non è semplice, per lo spazio che
richiederebbe e per l'imprecisione di alcuni dati storici. Ad ogni modo, è
importante e curioso conoscere le tappe che hanno portato un mezzo di trasporto
ad essere non solo il principale veicolo per gli spostamenti, ma anche un vero e
proprio status symbol.
Di certo si sa che il primo veicolo semovente della storia è nato nel 1796,
realizzato da Joseph Nicolas Cugnot, che come primo problema da risolvere ebbe
quello dei freni. Il primo motore a scoppio venne realizzato nel 1841 da De
Cristofaris. Fu poi Benz ad applicarlo su un veicolo a tre ruote nel 1886. In
Italia fu Giovanni Agnelli, nel 1899, ad aprire la prima vera fabbrica italiana
di automobili: la Fiat.
Da allora, l'automobile divenne dapprima mezzo di trasporto per ricchi e
facoltosi, a mezzo di massa negli anni 50 del secolo scorso. Oggi, l'automobile
è presente in praticamente tutte le famiglie degli abitanti dei paesi
industrializzati e non solo.
Parlare della storia dell'automobile non è semplice, per lo spazio che
richiederebbe e per l'imprecisione di alcuni dati storici. Ad ogni modo, è
importante e curioso conoscere le tappe che hanno portato un mezzo di trasporto
ad essere non solo il principale veicolo per gli spostamenti, ma anche un vero e
proprio status symbol.
Di certo si sa che il primo veicolo semovente della storia è nato nel 1796,
realizzato da Joseph Nicolas Cugnot, che come primo problema da risolvere ebbe
quello dei freni. Il primo motore a scoppio venne realizzato nel 1841 da De
Cristofaris. Fu poi Benz ad applicarlo su un veicolo a tre ruote nel 1886. In
Italia fu Giovanni Agnelli, nel 1899, ad aprire la prima vera fabbrica italiana
di automobili: la Fiat.
Da allora, l'automobile divenne dapprima mezzo di trasporto per ricchi e
facoltosi, a mezzo di massa negli anni 50 del secolo scorso. Oggi, l'automobile
è presente in praticamente tutte le famiglie degli abitanti dei paesi
industrializzati e non solo.
Negli ultimi trent'anni particolare passione ha suscitato il collezionismo di
auto d'epoca. Veicoli risalenti a decenni passati, i modelli più rari come
quelli di larghissima diffusione, le auto classiche hanno alimentato un mercato
impressionante.
Le auto d'epoca si vendono, si mettono a posto sino a renderle perfettamente
funzionanti, si producono pezzi di ricambio originali. Per poi girare in città o
partecipare ai numerosi raduni che si tengono in tutto il mondo.
In Italia abbiamo avuto la fortuna di poter ammirare un'azienda, la FIAT, che
negli anni ha saputo avvicinare a se milioni di appassionati e di estimatori
delle sue auto che hanno segnato gli anni con il loro passaggio e con le loro
innovazioni.
La Fiat, Fabbrica Italiana Automobili Torino, nasce l'11 Luglio 1899.
Proprietari, alcuni aristocratici e borghesi torinesi rimasti entusiasmati dal
nuovo mezzo di trasporto.
Lo stabilimento storico della Fiat è in Corso Dante. Giovanni Agnelli assume la
carica di amministratore delegato nel 1902. L'Italia è un paese arretrato e
fortemente agricolo e l'auto è un bene di lusso, per questo vengono realizzate
auto soprattutto puntando ai mercati esteri.
Nel 1907, dopo una prima crisi, Agnelli ne assume il controllo maggioritario.
Durante la prima guerra mondiale l'azienda produsse mezzi militari, decuplicando
il numero di operai. Dopo una serie di viaggi negli Stati Uniti, Agnelli torna
in Italia con l'idea di importare il sistema di produzione tayloristico che ha
visto nelle fabbriche della Ford. Un nuovo stabilimento venne progettato nel
1915 al fine di seguire questo sistema di produzione, quello della catena di
montaggio.
Il Lingotto venne costruito dal 1916 al 1922. Il risultato è entusiasmante: il
Lingotto non è solo una fabbrica ad alta efficienza, ma anche un edificio di
alto valore architettonico.
A metà anni 20 Agnelli entrò nel mondo delle banche, fondando l'IFI, che
gestisce le partecipazioni della Fiat nel mercato azionario e le altre attività
industriali della famiglia Agnelli. Durante il fascismo, il regime spinse
affinchè la Fiat si concentrasse sulla produzione interna.
La Fiat oltre alle vetture produce anche nel settore aereo e ferroviario. La
Balilla fu la prima auto dai costi abbastanza contenuti, così come il Duce
voleva. La Fiat è leader del settore in Italia, ma il mercato è ancora troppo
ristretto per competere con i numeri di altre case automobilistiche.
Dal 1937 iniziano i lavoro per la costruzione degli stabilimenti di Mirafiori,
secondo le nuove linee guida che prevedono uno stravolgimento delle filosofie di
costruzione del Lingotto. Dopo la Seconda Guerra mondiale la Fiat stenta un po',
anche per l'assenza di nuovi veicoli più adatti ai tempi. Ma negli anni del boom
economico la Fiat si fa trovare pronta.
Con la motorizzazione di massa, la Fiat fa debuttare modelli quali la 600 e la
500, che diventeranno le auto più vendute in Italia. Nel corso dei decenni
successivi, la Fiat si espande anche all'estero, fagocitando pian piano il
mercato interno. Passa indenne anche il decennio degli anni 70, caratterizzati
dalla crisi economica ed energetica. Negli anni 80 acquisisce anche marchi
storici italiani, quali l'Alfa Romeo e la Lancia. In seguito, anche la Ferrari e
la Maserati. La quota del mercato interno si aggira intorno al 57%. Ma a partire
dagli anni novanta la tendenza si inverte.
La Fiat è troppo indebitata e le sue auto non hanno più un impatto sul mercato a
causa di un mancato riscontro nei piaceri della gente, portando a un crollo
vertiginoso delle vendite. Prima della morte dell'Avvocato Agnelli, avvenuta nel
2002, si pensa addirittura che la Fiat voglia abbandonare il settore auto. Ma
Montezemolo, Marchionne e il giovane erede di casa Agnelli, John Elkann, credono
ancora nell'auto.
Così la Fiat si riprende. Nuovi investimenti e nuovi modelli, molto apprezzati
dal mercato. La Nuova Panda, la Bravo, la Croma, la Grande Punto e, per ultima,
la Nuova 500, ridanno smalto al marchio. La quota europea della Fiat nel 2007
risale ad oltre l'8%. E le prospettive tornano a essere positive.
Quando nel 1907 una multinazionale francese apre un piccolo stabilimento a
Portello, Milano, alcuni finanzieri lombardi decisero di iniziare la produzione
di autovetture italiane. Era il 1910 quando il primo modello di auto venne là
prodotto, con il nome di 24 HP. Nel 1911 la denominazione della società divenne
ALFA, acronimo di Anonima Lombarda Fabbrica Automobili. Nello stemma, la croce
rossa del comune di Milano e il biscione dei Visconti.
La 24 HP partecipa alla prima edizione della Targa Florio, in Sicilia, con due
vetture. Nel 1913 la produzione, riservata alle vetture da gara, è di circa 200
veicoli annui.
Ma le commesse per la prima guerra mondiale diedero smalto alla fabbrica, che
riservò alla produzione bellica tutte le sue energie fino al 1919. Nel 1918
entra nella ALFA anche l'ingegnere napoletano Romeo.
Nacque l'Alfa Romeo. Intanto, nelle competizioni automobilistiche l'Alfa Romeo
ottiene un trionfo dietro l'altro, con piloti del calibro di Ascari e Masetti.
Nel 1924 il pilota Alfa Romeo Enzo Ferrari, inizia a collaborare anche alla
progettazione delle auto del reparto corse.
Nel 1925 venne presentata la mitica 6C 1500, proprio nel momento in cui una
crisi finanziaria coinvolge le bance finanziatrici dell'Alfa Romeo. Dal nuovo
riassetto societario, nasce la linfa per continuare a produrre automobili in
grado di vincere le corse.
Nel 1934 è l'IRI, azienda di Stato, ad assumere il controllo della casa. La
produzione di auto da corsa viene arrestata. Grazie ad Ugo Gobbato l'occupazione
aumentò, al punto da aprire un nuovo stabilimento a Pomigliano d'Arco.
Durante la seconda guerra mondiale l'Alfa ottiene altissimi profitti, ma nel
1943 un attacco aereo distrusse lo stabilimento napoletano, portando la morte di
molti lavoratori.
Dopo la guerra, fu difficile risollevarsi, non solo a causa della forte
concorrenza estera, quanto per la ricostruzione degli impianti produttivi. Nel
1948 l'azienda venne gestita dalla Finmeccanica, con la precisa strategia di
tornare al vertice nella produzione di auto di serie.
Dal 1950 il boom economico spinse i vertici dell'Alfa a produrre auto sempre di
grande fascino ma più accessibili al ceto medio in grande espansione. Nel 1960
furono iniziati i lavori del nuovo stabilimento di Arese, che entrarono in
funzione dal 1963.
Nello stesso anno si decise la riapertura dello stabilimento di Pomigliano, che
anni dopo realizzò la Alfasud. Ma la crisi dell'Alfa Romeo esplose in
coincidenza con il tentativo di produrre una vettura in collaborazione con la
Nissan. La vettura fu la Arna, uno dei più clamorosi flop della storia
dell'auto.
La Finmeccanica decise di cedere al gruppo FIAT la Alfa Romeo. Da allora, l'Alfa
Romeo ha lentamente ripreso a produrre auto in grado di attrarre il pubblico.
Modelli quali la 164 e, in seguito, la 147 e la 156 hanno ridato linfa alla
produzione della casa.
Negli ultimi anni, modelli quali la 159, la meravigliosa 8C, la Brera e, entro
breve, la Junior, la 149, e la nuovissima MITO, stanno facendo tornare migliaia
di automobilisti degli alfisti, al punto che presto le vetture Alfa torneranno a
cercare gloria nel ricco mercato statunitense.
La storia della Lancia comincia il 29 novembre del 1906, a Torino, dove Vincenzo
Lancia, ad appena 25 anni, collaudatore Fiat e pilota, crea una società che
porta il suo nome, con tutti i risparmi che aveva, assieme al suo socio Claudio
Fogolin.
Il primo modello prodotto è stato la 12/24Hp, nel 1919, poi diventata Alpha,
secondo la filosofia di chiamare le auto con le lettere dell'alfabeto greco, che
resteranno una costante per tutta la storia della casa automobilistica.
Nel 1911, l'azienda si trasferisce in zona San Paolo, a Torino. Anche con la
seconda vettura, la Theta, si ribadisce la linea guida della filosofia Lancia:
lusso, prestazioni, materiali di qualità e costante innovazione.
Il successo iniziò nel 1933, con la Augusta, prima auto con carrozzeria
portante. La Aprilia fu un'altra auto rivoluzionaria, realizzata nel 1934.
Vincenzo Lancia morì prematuramente, a soli 56 anni, nel 1937. Fu la moglie
Adele a prendere in mano la guida della società, affiancata dal figlio Gianni
nel dopoguerra. Gli altri modelli di successo in quegli anni furono la Aurelia,
la Flaminia e la Ardea.
Nel 1962 venne realizzato il nuovo stabilimento di Chivasso, sempre in provincia
di Torino. Il boom economico e la motorizzazioni di massa però non vennero
sfruttati al meglio dalla Lancia. L'azienda entrò in crisi e si salvò soltanto
con l'intervento della Fiat, che la rilevò interamente nel 1969.
I nuovi dirigenti lanciarono così la Fulvia e la Flavia. In seguito, la Beta,
che ottenne grandi successi in termini di vendite. Negli anni ottanta la Lancia,
grazie soprattutto alla Delta, visse il suo periodo di maggior splendore.
La mitica Delta ottenne successi di vendite ma anche nelle corse, grazie alla
storica Delta Integrale, un'auto da sogno, sportiva come non mai eppur
accessibile. Anche la berlina a tre volumi, studiata per la famiglia, la Lancia
Prisma, uscita nel 1982, ebbe un grande successo, seguita poi dall'ammiraglia,
la Lancia Thema, che divenne il sogno di tutti gli automobilisti non più
giovanissime, ed utilizzata come auto di rappresentanza nelle istituzioni.
L'ultimo grande successo della Lancia fu la Y10, seppur prodotta sotto il
marchio Autobianchi. Dopodichè, la grande crisi che ha coinvolto tutto il gruppo
Fiat negli anni 90, non venne compensata dal lancio di modelli quali la Lybra,
la Dedra, la Z e la Nuova Delta. Soltanto negli ultimi anni, con la Ypsilon e la
Musa, la Lancia torna protagonista nel mercato automobilistico.
Henry Ford, quello che viene considerato il vero inventore dell'auto, aveva come
obiettivo quello di realizzare automobili che costassero poco, ossia che fossero
acquistabili da tutte le persone.
La Ford nasce nel 1903 a Detroit, con il nome di Ford Motor Company. Ford aveva
solo un'idea, al capitale ci pensarono 11 imprenditori che credettero nelle sue
idee.
La prima vettura prodotta è stata la Modello A, nata come auto semplice, che non
richiedeva particolari conoscenze per essere guidata. Molte furono le vetture
realizzate nel primo decennio e che seguivano le lettere dell'alfabeto come
denominazione.
Ma il successo storico della Ford è stato il Modello T, del 1908. La Ford T,
acquistata da milioni di americani che la soprannominarono Lizzie, era una
vettura semplice, veloce e, soprattutto, realizzata secondo il modello
taylorista di produzione, che prese in seguito anche la denominazione di
organizzazione fordista del lavoro.
Nacque così la catena di montaggio. Il costo di produzione di una Ford T così si
abbassò incredibilmente, facendo sì che quella fosse la prima vettura acquistata
in massa dagli americani. Detroit diventa così la capitale mondiale
dell'automobile. Lo stesso Senatore Agnelli adottò i principi di produzione
fordisti dopo una lunga visita a Detroit.
Henry Ford morirà nel 1947, a 83 anni, ma la sua invenzione resterà in vita
ancora ai giorni nostri, senza accenni di crisi tali da farne prevedere la
scomparsa. Altri modelli storici e mitici della Ford sono statai la Thunderbird
nel 1955 e la Mustang nel 1964.
In seguito, e fino ad arrivare ai giorni nostri, la Ford proseguirà con la
produzione di auto di successo quali la Escort, la Sierra, la Scorpio, la
Fiesta, la Focus. E' tuttora, facendo parte del gruppo General Motors, leader
mondiale nella produzione di automobili.
La Standard Shallow, nata nel 1922, aveva come logo la SS. Una delle motivazioni
per cui, dopo la seconda guerra mondiale, si preferì cambiarne la denominazione
in Jaguar. la commercializzazione di veicoli cominciò nel 1945, con le vetture
denominate Mark IV.
La Marck V fu il restyling di quel primo modello. Era in ambito sportivo che la
Jaguar concentrava i suoi maggiori sforzi.
La svolta avvenne nel corso degli anni 50, con la presentazione di vetture quali
la Jaguar E-Type, la Mark X e la S-Type. Ma la crisi era dietro l'angolo e così,
la Jaguar nel 1966 venne ceduta alla BMC, lasciando però a Lyons la direzione
della azienda.
Fu lo stesso Lyons a credere fortemente nel progetto XJ, del 1968, che vennero
accolte con grande successo dal pubblico. La Ford acquisì il marchio Jaguar nel
1990.
Anni travagliati, in cui da un lato la Ford ha spinto verso modelli più alla
portata, visti i successi delle case rivali quali Mercedes, Bmw e Audi ma,
dall'altro, si cercava sempre l'eccellenza produttiva.
Oggi la Jaguar ha acquisito una rilevanza nella produzione di berline e auto
sportive grande qualità, con motori e soluzioni altamente tecnlogiche, che la
rendono desiderabile da parte degli automobilisti di tutto il mondo.
La Bmw nasce nel 1917, come Bayerische Motoren Werke GmbHm che iniziò da subito
a prosperare grazie all'industria bellica.
I motori militari nascono dalla Bmw. Dal 1929 la Bmw inizia a produrre
automobili, inizialmente solo utilitarie, mentre solo nel tempo il marchio si
specializzò in vetture di alta qualità.
Dopo la fine della guerra la Bmw, come tutte le aziende tedesche, visse un
periodo di grandi difficoltà finanziarie.
Furono le moto, prodotte con successo dalla casa tedesca, a tenerne in piedi i
bilanci. Negli anni 50, la Bmw iniziò a produrre le proprie vetture negli
stabilimenti di Monaco di Baviera, ma la Bmw si limitava a produrre auto in
licenza, poichè non vi erano le risorse per realizzare i progetti in autonomia.
In Italia, la produzione della Iso Isetta non ottenne risultati, mentre la Bmw
era convinta che in un mercato come quello tedesco il successo poteva essere
garantito. Acquisì la licenza ed in effetti la mossa si rivelò piuttosto
azzeccata. Il successo iniziò ad arrivare con la Bmw 700, alla quale fece
seguito la 1500.
Nel frattempo, rifiutata un'offerta da parte dei rivali della Daimler, la Bmw
aveva ottenuto, con l'ingresso di nuovi soci, nuovi capitali da investire. La
Bmw nel 1966 rilevò la Glas, stabilimenti compresi, per realizzare vetture di
fascia bassa. Ma l'operazione non diede i frutti sperati.
Tra gli anni 70 e gli 80, la Bmw si impone nella produzione di auto e di moto.
Il marchio assume la sua autonomia e viene stimato per la qualità delle sue
vetture, orientate versio la fascia alta, con motori potenti e allestimenti
all'avanguardia.
La prima Mini venne prodotta nel 1959. Dopo una pausa di qualche anno, la Mini
viene prodotta anche ai giorni nostri, dopo che il marchio è stato acquisito
dalla Bmw.
La Mini è una vettura che è stata prodotta sotto vari marchi. In origine fu la
British Motor Corporation ad iniziarne la produzione. L'intento era quello di
creare una vettura adatta a 4 persone, piccola e comoda per essere guidata in
città.
La Mini del 1959 era lunga infatti appena 3,03 metri.
Furono i marchi Austin e Morris a produrla nella sua prima serie. I risultati
iniziali non furono esaltanti, sia perchè il disegno era troppo di rottura per
l'epoca, sia per vari difetti che essa presentava. Nel 1960 venne prodotta una
Mini in versione allungata, con lo stesso motore, sempre prodotta da Austin e
Morris. La prima Mini Cooper è del 1961.
Con un motore elaborato da John Cooper, abile meccanico titolare di un team di
formula 1, la Mini Cooper aveva una cilindrata di 997 cc ed una potenza di 55
cavalli.
Associata ad un corpo piuttosto leggero, le prestazioni erano esaltanti. Le
vittorie nei rally furono un ennesimo punto a favore della piccola vettura, il
cui successo iniziava ad affermarsi su larga scala.
La Cooper S 1.3 faceva grandi risultati nelle corse. Nel 1968 venne presentata
la versione Mini Matic, con 38 cavalli ed 1 litro di cilindrata, con una
selezione dei rapporti che avveniva a seconda della forza con la quale si
spingeva il pedale dell'acceleratore.
Nel 1969 la Mini diventa una marca a sè stante. La Mini classica venne
ulteriormente perfezionata, mentre la versione station wagon prese la
denominazione di Mini Clubman. La versione più potente era la Mini Cooper S 1.3,
con una potenza di 76 cavalli.
Negli anni '80, la Mini Clubman era ormai uscita di produzione e tutta la gamma
venne riorganizzata. La Mini 1.0 E era alla base della gamma, seguita dalla Mini
HLE. Negli anni novanta si susseguirono ulteriori modifiche, che coinvolsero
anche la gamma della Mini Cabrio.
Nel 1997, quando ormai l'entusiasmo per la piccola Mini era del tutto scemato,
la Bmw rileva il marchio e continua a produrla con numeri ridotti. Fino al 2000,
quando la Mini 40°, ossia la Mini che attualmente vediamo circolare nelle
strade, prende il posto della sua sorella maggiore.
La Nuova Mini in realtà è un prodotto del tutto nuovo. Con dimensioni
maggiorate, ma pur sempre inferiori rispetto a quelle della maggior parte delle
berline compatte, la Nuova Mini si presenta con una linea moderna e retrò al
contempo. Sia esternamente che internamente.
E il successo è stato travolgente, al punto che la Bmw, proprio grazie alle
vendite della Mini, è diventata una delle aziende automobilistiche più floride
al mondo.
Nel 2007 è nata un'altra stella, dal sapore retrò: La Mini Clubman. E la storia
della Mini pare proprio che non sia ancora terminata.
La Mercedes Benz nasce nel 1911. La produzione della Mercedes Benz Automobil AG
inizia nel 1926 dopo che la Benz e la Daimler si fondono per dare vita alla più
importante casa automobilistica del mondo.
Nel 1948 è Stuber a guidare la società, che nel frattempo ha sede centrale in
Svizzera. Nel 1955 nasce la Merbag Holding AG, società che detiene la
maggioranza delle azioni della Mercedes Benz.
La Mercedes ha da sempre legato il suo nome a due direttive fondamentali: il
mondo delle corse ed il lusso. Nel mondo delle corse la Mercedes ha da sempre
ottenuto grandi successi. Negli ultimi decenni si è cimentata con successo nel
mondiale di Formula 1, fornendo i motori alla scuderia Mclaren.
La produzione di serie della Mercedes è invece da sempre orientata al lusso. Per
parecchi decenni, la Mercedes realizza soltanto auto di lusso, supercar
destinate soltanto ai più facoltosi clienti in tutto il mondo.
La Mercedes SL 300, denominata Pagoda, è uno dei modelli di maggior fascino tra
quelli mai prodotti. Con l'arrivo, alla fine degli anni 60, della Mercedes 200,
la casa automobilistica inizia a lanciare anche vetture destinate ad un pubblico
meno facoltoso, pur restando il top nella categoria delle berline.
Da allora e, soprattutto con l'introduzione della Mercedes 190 nel 1982, la casa
di Stoccarda è leader nelle vendite delle berline lusso. A fine anni 90 lancia
anche una vettura monovolume, la Classe A, destinata ad un pubblico giovane e
femminile. La Bmw e la Audi sono le marche, sempre tedesche, rivali in ogni
segmento in cui sono presenti.
Oggi la Mercedes ha, nella propria gamma, vetture di ogni segmento, dalle
piccole o medie Classe A e B, alle medie berline come la Classe C, per poi
crescere con la Classe E, la Classe R, la Classe S. Le vetture sportive e di
lusso non mancano: dalla piccola spider SLK fino ad arrivare alla SL, la CL, la
coupè CLK, la coupè di lusso CLS. Acquistare Mercedes significa assicurarsi una
vettura blasonata, affidabile e frutto di una ricerca costante e della migliore
tecnologia disponibile.
La prima officina di ingranaggi con il nome Citroen nasce nel 1902, fondata da
Andrè Citroen, francese appassionato di motori e di meccanica.
Il primo ingranaggio ralizzato è diventato poi il logo della Citroen così come
lo conosciamo noi.
Nel 1919 viene presentata la Type A, la prima Citroen della storia. Citroen
viaggiò ed andò a Detroit a far visita agli stabilimenti della Ford.
La Citroen fu la prima casa automobilistica che si dedicò anche ad aspetti
commerciali in chiave moderna, come i finanziamenti rateali, un sistema di
concessionarie e di reti di vendita esclusive.
Anche la pubblicità faceva parte delle innovazioni prodotte dalla Citroen, che
già negli anni 20 divenne la prima casa automobilistica europea in termini di
vendite.
Nel 1933 realizzarono i nuovi stabilimenti, già pronti per l'innovazione della
costruzione delle vetture a trazione anteriore. Citroen muore nel 1935, quando
ormai la proprietà dell'azienda era nelle mani della Michelin.
Il grande successo arriva con la Traction Avant, prodotta per oltre venti anni,
quando poi lasciò il posto alla Citroen DS. In seguito, la produzione del
maggior successo di tutti i tempi, ossia la Citroen 2CV. Solo in seguito il
successo venne confermato, con la Dyane, versione in scala ridotta della 2CV,
con la SM e la CX. L'azienda venne assorbita dalla Peugeot negli anni 70.
Tutt'oggi, la Citroen fa parte del gruppo PSA, con la Peugeot. I modelli che le
due case francesi producono, con ottimi successi di vendite, sono spesso
complementari, utilizzando gli stessi pianali ma differenziando le vetture per
il nome e gli allestimenti.
La storia della Ferrari si caratterizza da sempre come la storia di una azienda
produttrice di automobili da sogno.
Nessun altro marchio è in grado di competere con il fascino che il nome, il
simbolo, le auto della Ferrari incarnano in sè al solo evocarla.
Non esiste un automobilista in tutto il mondo che non abbia come sogno
principale relativo ai motori quello di guidare e magari possedere una vera
Ferrari. La Ferrari nasce il primo dicembre del 1929, a Modena.
Enzo Ferrari, allora pilota delle auto da corsa Alfa Romeo, le più competitive
di allora, creò la sua azienda con il compito di preparare alle corse le vetture
Alfa Romeo.
Oltre a Ferrari, tra i soci fondatori c'erano anche i fratelli Caniato, Mario
Tadini e Ferruccio Testa. Nel 1939 Enzo Ferrari lascia l'Alfa Romeo, previo
accordo di non costruzione, nei successivi 4 anni, di nessuna automobile con il
marchio Ferrari. L'Alfa Romeo voleva tutelarsi al fine di evitare che i propri
segreti costruttivi industriali potessero passare al nuovo marchio rivale.
Enzo Ferrari allora cerca di arginare l'ostacolo fondando "l'Auto Avio
Costruzioni" con sede a Modena dove costruisce due auto che parteciperanno alle
Mille Miglia con il nome "815" e a guidarle ci sarà anche il giovane ed in
seguito famoso Alberto Ascari.
Al termine del secondo conflitto mondiale, nel 1946, vengono ricostruiti gli
edifici dell'officina e la nuova sede assume finalmente il nome di Ferrari.
Nel 1957 la Auto Avio Costruzioni cambia denominazione in Auto Costruzioni
Ferrari per diventare SEFAC (Società Esercizio Fabbriche Automobili e Corse) SpA
il 26 maggio 1960 e Ferrari SpA nel 1965. Nel 1975 la Ferrari SpA entra a far
parte del gruppo FIAT. Nel 1988, alla scomparsa di Enzo Ferrari, il pacchetto
azionario diventa per il 90% della FIAT mentre la parte restante diventa del
figlio Piero Leardi Ferrari che rimane anche all'interno del team aziendale come
vice presidente. Nel 2006 il 5% delle azioni è stato acquisito da una società
finanziaria degli Emirati Arabi Uniti, società che sta promuovendo anche la
costruzione in tale Paese del primo parco a tema del Cavallino rampante.
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