pierrot

magazine

 

bambole

 

cristalli

 
antiquariato

 

opere d'arte

 

filatelia

 

numismatica

 

   

libri antichi

 

porcellana

 

gioielli

 

pietre preziose

 

moto

 

auto

 

   

 Bambole

 Il collezionismo di bambole, forse unitamente a quello delle monete, si può considerare una delle più antiche tradizioni antropologiche, la quale investe e per cultura e per tipologia di artigianato l’interesse, che ha già da tempi antichi, dei più nobili, difatti è come importare paesi, tradizioni e religioni di tutto il mondo, nella propria area di collezione, che in taluni casi è proprio un’area dell’abitazione del collezionista, la più vera.

Tant’è vero che oggi, anche le piccole adolescenti sono prese dalla maia di possedere tutte le bambole in commercio, difatti prendono sembianza relative al mondo industrializzato.

Le bambole sono giocattoli antichissimi perché già nelle tombe degli egizi e degli etruschi, scavi archeologici hanno riportato alla luce bambole di terracotta e legno raffiguranti figure femminili.

Le bambole greche, costituite di argilla cotta, cera  o osso, rappresentano soprattutto donne adulte, le bambole romane, invece sono fatte di legno, avorio, cera e persino alabastro, detta anche pietra di luce perché l’orientamento dei microcristalli di gesso che lo costituiscono consente il trasferimento della luce e sono raffigurate sorridenti o piagnucolanti.

La bambola, come ogni prodotto dell’ingegno umano testimonia le tecniche artistiche ed artigianali del periodo storico in cui è stata fabbricata  e dei momenti che ha attraversato, giungendo sino a noi.

 Cenni storici

Bambole dai ricchi abbigliamenti sono presenti già nel XV secolo, ma proprio per il loro costo non erano destinate ai giochi delle bambine, bensì fungevano da veri e propri oggetti d’arte da maneggiare o addirittura sfiorare con cura.

Le prime bambole sono state realizzate in legno perché considerato un materiale durevole e facilmente reperibile, infatti le bambole del seicento e settecento sono tutte realizzate in legno, addirittura spesso da un unico tronco, all’interno del quale naso e orecchie sono intagliati.

Il più importante produttore di bambole in legno del periodo è il centro di Sonnenberg, in Germania, da dove poi vengono affidate a venditori ambulanti e diffuse in tutta Europa.

La data di nascita della bambola, intesa come giocattolo, è collocata intorno ai primi dell’ottocento in Francia, periodo in cui la bambola entra a far parte del mondo infantile soltanto delle famiglie più abbienti perché è realizzata, come secoli prima, in maniera artigianale e quindi estremamente costosa.

Si tratta di bambole che incarnano l’immaginario maschile della donna, cioè una bambola raffinata, delicata, dai capelli corvini e la pelle diafana, con occhi chiari.

I vestiti di queste bambole erano estremamente curati, ricchi di pizzi  merletti, pieghe e piegoline, a coprire un busto tozzo e poco curato, perché le bambole non erano fatte ancora per essere spogliate e cambiate d’abito.

Le bambole più famose per i vestiti sono quelle francesi, dove addirittura le sarte non hanno rivali, rispetto alle produzioni tedesche, austriache ed italiane.

Con il passar del tempo la bambola inizia a diffondersi tra i vari livelli della popolazione, soprattutto perché si ricorre all’uso di materiali meno costosi.

Nel 1870 in Italia, vicino Mantova, nasce la prima fabbrica di bambole diffondendosi pian piano in tutta Europa, fino a diventare concorrente di Germani e Francia, fino ad allora distintesi per raffinatezza e cura delle realizzazioni.

 Anatomia di un bambola

La bambola dell’epoca è formata da ben dodici pezzi, la testa realizzata in biscuit, una porcellana bianca e pregiata, il corpo in legno oppure legno e porcellana, diviso in undici pezzi che ne formano le articolazioni.

Il colore varia dal giallo chiaro al rosa e il movimento del corpo è ottenuto per mezzo di elastici, e solo dopo il 1880 le mani sono articolate al polso, poiché prima di allora non è possibile.

Altre bambole sono invece formate da soli quattro pezzi, che rappresentano perlopiù bambini e neonati e sono state brevettate in Germania nel 1904.

Intorno al 1890 le bambole iniziano a sorridere, dato che in precedenza le bocche, generalmente a forma di cuore, erano chiuse e contornate dal color rosa o rosso; fanno eccezione nel 1860 le bambole “pauline” che già presentavano un accenno di sorriso su piccoli e pochi dentini  realizzati in bambù.

 Tipologie di bambole

La bambola di cartapesta

Agli inizi del cinquecento, in Francia è consuetudine realizzare le teste delle bambole in cartapesta, cioè pasta di carte straccia inumidita di acqua, alla quale si aggiunge sabbia, farina, argilla o polvere di gesso per addensarla e si aggiunge colla d’amido o gomma arabica per legare tra loro le sostanze.

Una volta completata, la testa viene poi rivestita con un materiale addensante e d uno coprente, che può essere stucco, argilla o gesso e che funge anche da base per la pittura della bambola.

La testa in cartapesta della bambola viene attaccata ad un corpo in tessuto cuciti a mano, con una vita sottile, lunghe ed esili braccia in legno e gambe pure in legno.

I capelli sono costituita da una parrucca, di vari colori che vengono modellati a secondo dello stile che si vuole dare alla bambola.

 La bambola di cera

Tra il 1820 ed il 1880 in Inghilterra e  Germani si diffonde la fabbricazione di bambole di cera.

Queste bambole hanno la testa di cera e pochissime, realizzate interamente in cera, sono giunte intatte sino ai nostri giorni perché essendo una sostanza morbida e molle è soggetta a facile e veloce  deterioramento.

Fino al 1850 le teste in cera delle bambole vengono modellate a mano, dopodiché si passa all’uso di stampi industriali, in cui viene colata la cera liquida che una volta solidificata passa ai ritocchi finali.

Gli occhi, di vetro, vengono intagliati nella testa, mentre i capelli a ciuffetti sono attaccati man mano alla testa, cosparsa poi di fecola di patate per dargli colorito.

Nella parte anteriore della testa vengono poi realizzati dei fori ai quali viene attaccato il corpo, di stoffa, e una volta modellati anche gli arti venivano cuciti al corpo.

Infine si dà color rosso alle guance e si ritoccano narici e labbra.

 La bambola di porcellana

Le bambole di porcellana cinese iniziano a diffondersi intorno al 1830 e raffigurano donne, uomini e bambini.

Testa e fianchi delle bambole sono realizzati in porcellana smaltata, quindi fredda al tocco, ma brillante, invece il corpo è realizzato in stoffa, pelle o legno.

In genere il colore della bambola è bianco e raramente il viso rosato.

Alcuni tipi di teste di porcellana delle bambole, dette teste rosa lucido, sono rivestite da una vernice trasparente, lucida e colorata, ottenuta con l’applicazione di un pellicola di oro sul colore rosato della testa e sono attaccate al corpo di stoffa con della colla.

Nel 1840 la produzione e la realizzazione di queste teste diventa  di eccellente qualità, con capelli folti e ben modellati, arricchiti da nastri, fermagli e bende.

Nel periodo compreso tra il 1850 ed il 1880, il biscuit, la porcellana bianca non smaltata è la più usata, anche perché presenta un particolarità: invece di applicare la copertura di smalto sulla bambola alla seconda cottura in forno, i lineamenti vengono dipinti e cotti ad una temperatura inferiore per ottenere così un risultato più naturale e delicato.

In Francia vengono prodotte bambole biscuit di grande valore e pregio, denominate le parigine per via del lusso e l’eleganza dei vestiti, che riproduceva l’abbigliamento delle nobildonne dell’epoca, con scarpe, guanti e cappelli.

Tutte le bambole fino al 1870 hanno i capelli neri, solo più tardi comparvero i capelli biondi, ma in numero limitato e per questo considerate più rare e preziose.

Un particolare tipo di bambola in porcellana è il bebè, che compare intorno al 1870 e raffigura bambine di circa otto anni.

 La bambola di celluloide

Intorno al 1900 le bambole di porcella iniziano a rivaleggiare con quelle di celluloide.

I fratelli Hyatt nel 1869 brevettano negli Stati Uniti una sostanza a base di celluloide e canfora, che modellata in fogli e compressi grazie al calore, permettono di creare teste di bambole curate nei minimi dettagli.

Tuttavia le prime creazioni si rivelano fragili ed altamente infiammabili, quindi non adatte al mercato dei più piccoli, inoltre se troppo sottile la bambola si schiaccia, se spessa si frantuma, al sole addirittura sbiadiva di colore.

 La bambola parlante

Con l’avvento della rivoluzione industriale si determina lo sviluppo di una vera e propria industria di bambole, grazie al lavoro e l’impegno di abili artigiani, ma l’avvento di una bambola parlante sembra ancora un nel 1877 Edison brevetta il fonografo La data di nascita della bambola giocattolo è collocata intorno ai primi dell’ottocento, periodo in cui la bambola entra a far parte del mondo infantile soltanto delle famiglie più abbienti perché è realizzata, come secoli prima, in maniera artigianale e quindi estremamente costosa.

Si tratta di bambole che incarnano l’immaginario maschile della donna, cioè una bambola raffinata, delicata, dai capelli corvini e la pelle diafana, con occhi chiari.

I vestiti di queste bambole erano estremamente curati, ricchi di pizzi  merletti, a coprire un busto tozzo e poco curato, perché le bambole non erano fatte ancora per essere spogliate e cambiate d’abito.

Nel 1877 Edison brevetta il fonografo, primo apparecchio in grado di registrare e riprodurre suoni.

Di lì a poco si brevetta l’utilizzo del fonografo all’interno di una bambola che si vuole far parlare e cantare. Edison accetta e nel 1889 avviene la prima dimostrazione pubblica del prototipo della bambola parlante, che si diletta nel raccontare filastrocche.

La bambola, alta 22 cm e dal peso di 4 libbre, ha la testa in biscuit, arti in legno e torace in acciaio, indossa un camicione bianco nella versione standard, mentre nella versione speciale un vestito elegante.

Il piccolo fonografo posizionato nel torace della bambola funzionava con una manovella. che muoveva un cilindro di metallo disposto in posizione orizzontale, con la superficie filettata da un solco elicoidale e ricoperto di carta stagnola o da un foglio di cera. I suoni prodotti rimanevano incisi su un foglio di carta o di cera, che avvolgeva il disco e si potevano riascoltare, grazie ad un cornetto acustico.

dopo soli tre anni però l’azienda ritirò la bambola dal mercato perché il progetto si rivelò un fallimento, dato che nel primo anno di vendita vennero presentati all’azienda oltre 2.500 reclami da parte di clienti malcontenti, perché il meccanismo si presenta troppo fragile e vulnerabile.

Le bambole di Edison oggi rappresentano pezzi unici da collezione ed introvabili, pochissimi esemplari sono esposti in musei.

Le bambole parlanti odierne sono dotate di micro chips per cui sono più sofisticate, tant’è che guidano le bambine nell’insegnamento delle parole, della musica, dei suoni, delle lingue e delle favole.

 La bambola caratterizzata

All’inizio del XX secolo viene lanciata sul mercato una nuova bambola, caratterizzata dalle espressioni tipicamente umane e che per questo crea clamore e scalpore tra adulti e bambine.

È la bambola caratterizzata, cioè reale in tutto e per tutto alle donne vere.

Il mercato purtroppo non ne decreta il successo perché le bambine preferiscono trasformare i loro giochi, ed in questo caso le bambole, rispetto ai loro corrispettivi reali.

La bambola caratterizzata lascia poco spazio all’immaginazione ed alla fantasia, motore dei bambini, perché impersona un solo ruolo, a differenza della bambola tradizionale che invece è versatile.

Dopo la bambola caratterizzata approda sui mercati la bambola googlies, cioè bambole dalle espressioni facciali intense, quasi umane, tra le più amate dai collezionisti; accanto a queste ci sono le bambole dagli occhi flirty, cioè dallo sguardo ammiccante e che sono dotate di un meccanismo che fa ruotare gli occhi in alto ed in basso.

 La bambola moderna

Nel 1959 arriva sui mercati del mondo la Barbie e nel 1962 Cicciobello, bambolotto lanciato da un’azienda italiana e ideato da Gervasio Chiari.

Creata da Ruth Handler, la Barbie, è la prima bambola con le fattezze di una donna reale, infatti propone l'immagine di una donna dinamica, frivola e mondana.

 Le femministe non accettarono di buon grado il tipo di donna alla Barbie, considerato un ostacolo al cammino della consapevolezza della donna, verso la sua emancipazione, ma è da sempre una battaglia persa perché è dal 1959 la bambola più venduta e conosciuta in tutto il mondo.

La bambola più famosa del mondo possiede oltre 5000 accessori, i vestiti la trasformano in hostess, dottoressa, attrice, scarpe, possiede case, camper, biciclette, amici, animali, tra ci 14 cani,  sette cavalli, due gatti, un pappagallo, un panda e un delfino. Tra le curiosità è da segnalare la Barbie più costosa al mondo: disegnata da De Beers e prodotta nel 1999, per festeggiare il 40° anniversario del prodotto, vanta un prezzo di vendita pari a 85 mila dollari.   A far lievitare il prezzo di acquisto concorrono l’esclusivo abito da sera, decorato con 160 diamanti, e le miniature in oro bianco e gioielli che tempestano gli accessori, insomma un oggetto cult per le mamme più giovani, che vorrebbero averla nella stanza da letto delle loro figlie, come loro ai vecchi tempi.

HOME PAGE